Ciò che si vuole ottenere da un sistema di allarme è dissuadere dall’intrusione eventuali malintenzionati, cioè fare in modo che non compiano il reato oppure cessino quanto prima possibile.
La progettazione di un sistema di sicurezza richiede, prima di tutto, un’attenta analisi del rischio, analisi che dovrà essere quanto più particolareggiata in base al tipo di immobile che si vuole proteggere, alla zona in cui si trova, alla tipologia di ladro che ci si aspetta (zingaro, ladro aggressivo, tecnologico, etc), al tipo di protezione che si vuole ottenere, ed infine, anche ai costi che si intendono sostenere.
Secondo il tipo di locale da proteggere occorre progettare un insieme di apparecchiature, contenendo i costi e le manutenzioni, in funzione delle strutture e del loro utilizzo.
Ad esempio:
• Appartamento in condominio: si dovrà distinguere se è piccolo, medio o grande. Bisogna tenere conto, ad esempio che l’ottanta per cento delle intrusioni avviene dalla porta principale, anche blindata. Il difetto principale delle porte blindate è dato dalla struttura di supporto (mattone) quasi mai robusta quanto la porta e la serratura. Ovviamente il pian terreno e l’ultimo piano forniscono maggiori possibilità di accesso da finestre, lucernari e simili. Attenzione ai balconi comunicanti con quelli vicini!
• Appartamento in condominio con grandi aree esterne (terrazzi): situazione simile alla precedente, con l’aggravio dei terrazzi, ottimo punto di appoggio per aggredire un infisso.
• Villetta a schiera: accessi possibili sui lati aperti, sia dalla porta che da finestre. Utili le inferriate compatibili con l’estetica, ma accertatevi che non si possano svellere facilmente. Valutare la protezione di aree esterne per la protezione delle persone durante la loro permanenza in casa.
• Villa isolata, cascina e simili: accessi dappertutto. Valutare la protezione di aree esterne, anche con dispositivi a “trappola” su percorsi obbligati o favorevoli.
• Azienda, ufficio, magazzino, negozio e simili: ogni situazione strutturale va studiata caso per caso, essendo molteplici le diversificazioni. Identificare e proteggere tutti i possibili accessi, anche se “difficili” è l’unico modo per concepire una protezione.
Livello di protezione
Per ogni sistema occorre considerare il livello di protezione che si vuole ottenere, valutando le seguenti possibilità installative:
• a) Protezione esterna ai locali: si realizza con rivelatori adatti all’impiego in esterno. Quindi, nel nostro caso, i rivelatori hanno lo scopo di segnalare intrusioni appena prima degli accessi oppure transiti obbligati, a mo’ di trappola: Le probabilità di allarmi impropri all’esterno sono elevate (possibile presenza di animali/insetti vari, vegetazione, variazioni climatiche, fenomeni metereologici), ma vi sono soluzioni atte a limitarli al massimo e/o limitarne le conseguenze negative (vedere oltre).
• b) Protezione perimetrale degli accessi standard: si realizza con rivelatori appositi (puntuali e/o superficiali), proteggendo ogni infisso. La probabilità di allarmi impropri è pressochè nulla, il costo modesto, l’efficacia elevata. Ovviamente l’allarme scatta nel momento in cui vi è una effrazione reale, con conseguenti danni all’infisso.
Ove necessario è possibile integrare anche la protezione dei muri, se si hanno rischi di sfondamento.
• c) Protezione volumetrica interna: si realizza prevalentemente con rivelatori di movimento, opportunamente collocati in modo da non consentire il libero transito all’interno dei locali. Posizionando correttamente i rivelatori e regolandoli adeguatamente (mai eccedere in sensibilità – è sufficiente che segnalino una persona dopo tre-quattro passi, non appena muove un dito!) le probabilità di allarmi impropri sono davvero modeste.
Ovviamente l’allarme scatta quando l’intruso è già all’interno dei locali; peraltro questa soluzione impedisce la circolazione interna, quindi la ricerca e movimentazione di beni.
Oltre a questo è possibile porre in atto altre forme di segnalazione:
• antirapina, attraverso telecomandi/pulsanti o altro, che allertino forze di intervento via telefono.
• antipanico, come sopra, ma col risultato di attivare le sirene manualmente
• antimalore, come sopra, ma allertando un medico
• antipericolo (fumo, gas, acqua ed altro) attraverso appositi sensori sempre attivi
Tutte queste soluzioni possono tranquillamente convivere: più “barriere” si interpongono fra l’intruso ed i beni, maggiore sarà la sicurezza.
Efficacia del sistema
L’efficacia del sistema è data soprattutto dall’efficacia dei mezzi di dissuasione. E’ assolutamente inutile installare una marea di rivelatori se le loro segnalazioni di allarmenon sono efficaci al raggiungimento dell’effetto dissuasivo.
L’effetto dissuasivo, infatti, è dato da un insieme di fattori:
• Dissuasione preventiva: mentre i rivelatori, le sirene interne e la centrale di allarme è bene che non si vedano, altri componenti del sistema devono essere visibili. Le sirene esterne sono fra questi, e siccome la manomissione più frequente di un allarme comincia dalle sirene (non preoccupatevi della “schiuma”, basta immergerle in un secchio d’acqua!) è necessario che esse non siano facilmente raggiungibili (quelle senza fili si prestano meglio allo scopo). Una sorta di segnalatore esterno, davanti alla porta, che indica la presenza di un sistema di allarme a volte è sufficiente. L’installazione di simulacri vuoti è consigliabile, in modo da far ritenere comunque difficile manomettere il sistema.
• Dissuasione attiva: è la reazione del sistema in caso di allarme e deve contemplare almeno un avvertimento sonoro all’esterno dei locali, una segnalazione ottica esterna che consenta la localizzazione dell’allarme, una o più sirene ad alta frequenza all’interno dei locali, per rendere difficile la permanenza negli stessi. Sappiamo tutti che in città una sirena che bercia non suscita particolari attenzioni: per questo occorre averne altre all’interno, in quanto l’effetto si raggiunge disturbando l’intruso, non i vicini.
Vi sono poi altri mezzi di dissuasione che contribuiscono all’efficacia del sistema: dai diffusori di fumo artificiale (riempiono i locali di nebbia impedendo la circolazione) alla più banale accensione di luci, alla attivazione di messaggi vocali di minaccia. In particolare nelle ville a schiera o isolate l’accensione di fari è importante, meglio se a 12V con apposita batteria (funzionano anche se manca la corrente). Anche l’attivazione di un sistema di irrigazione (ove presente) o qualunque altro automatismo capace di distrarre l’intruso possono favorire lo scopo.
• Protezioni esterne – Annullamento dell’effetto sorpresa: nel caso di protezioni esterne di locali abitati da persone, magari addormentate, l’effetto dissuasivo può salvarci da momenti estremamente difficili e forse anche salvarci la vita. In questo caso è meglio non attivare sirene che spaventano i dormienti e potrebbero portare a reazioni inconsulte: può essere sufficiente diffondere un messaggio vocale registrato, che informi l’intruso di essere stato localizzato, azzerando l’effetto sorpresa sul quale conta per introdursi di soppiatto negli ambienti. Contemporaneamente un apposito segnalatore può risvegliare gli occupanti, preparandoli ad una reazione mentre il malintenzionato è ancora all’esterno. Questa soluzione non disturba i vicini in caso di allarme improprio, ma può rivelarsi estremamente efficace in caso di vera aggressione.
• Chiamate di soccorso: un sistema di allarme moderno non può prescindere dall’avere la possibilità di avvertire via telefono (rete fissa o GSM o entrambi) amici, parenti e/o forze di intervento in caso di allarme. Siccome oggi tutti disponiamo di uno o più telefonini, è necessario che l’apparecchio possa chiamare diversi numeri, in modo da aumentare le probabilità di successo. Ovviamente il primo numero chiamato sarà quello dell’utente, il quale potrà interrompere le chiamate direttamente dal telefono, onde evitare disturbo ad altri, se non necessario. La scelta del mezzo di trasmissione ha conseguenze sulla sicurezza delle chiamate: i fili del telefono possono essere tagliati, la rete GSM disturbata, anche se la seconda ipotesi è molto più complessa e richiede conoscenze elevate. Ovviamente l’insieme dei due sistemi ci garantisce di più.
• Chiamate alle forze dell’ordine: la richiesta di allaccio ai centralini delle forze dell’ordine è gratuita e si può scegliere tra la Polizia e i Carabinieri. Al di là delle procedure per cui ogni Prefetto ed ogni comandante di stazione CC stabiliscono forme e modalità di risposta a tali chiamate, è possibile richiedere direttamente informazioni in merito sui siti internet www.carabinieri.it e www.poliziadistato.it dai quali è possibile anche scaricare i moduli per effettuare le richieste.